Anomalisa - Charlie Kaufman e Duke Johnson (2015)



Elemento cruciale della scrittura cinematografica, il gesto ha un peso visivo strabiliante nel film di Charlie Kaufman e Duke Johnson. La meticolosità infusa nella realizzazione, costata due anni di lavoro, si riversa nello sguardo nello spettatore, condotto lungo una visione doverosamente attenta, pignola, quasi radiografica. Le deperibili creature di plastilina (o quel che sia) si muovono secondo un disegno talmente elucubrato da escludere ogni possibile divagazione. Tutto è sotto i nostri occhi, imprescindibile e già distillato.
“Anomalisa”, 90 minuti di metraggio, ha la densità affusolata di un corto, ed è brutale e sorprendente come un improvviso schiaffo in faccia.

Il protagonista Michael Stone raccoglie in parte l’eredità dell’indimenticabile Caden Cotard di “Synecdoche, New York”. Ne ripropone l’inettitudine, la mefitica malinconia, l’attaccamento distruttivo al passato. Autore acclamato di manuali sul costum service, Michael dispensa strategie motivazionali e reclamistiche, propina un metodo di coercizione che tenga conto delle parvenze particolari di ciascun individuo. Proprio lui, che non riesce a percepire le diverse tonalità nella moltitudine. Lo stesso verso maschile fuoriesce indistintamente dalle bocche di uomini e donne, producendo un senso di comica grottesca inquietudine. 

E l’anomalia, come fa l’anomalia? Non c’è nessuno che lo sa, finché non arriva Lisa.  Una voce vera, un suono che stona ed emerge dal rumore grigio della massa. La sua tenera timidezza dovrà scontrarsi con gli entusiasmi caduchi di Michael, con la sua propensione all’adulazione effimera ed ebbra, alla costruzione di  immaginari che non possono reggere l’epifania corrusca dell’alba.
Al mattino l’incantesimo è spezzato,  Michael ha di nuovo le sembianze di una pietra (stone, appunto), incapace d’amare e di farsi amare, inalterabile e crudele come la propria infelicità.



Che ne è di Lisa? Lisa è ancora Anomalisa, lo è anzi più vividamente, nella rassegnazione ad un finale amaro, armata della sua fragilità resistente e beffarda. Mentre a bordo della decapottabile scrive una lettera d’addio, incurante della precarietà del suo ciuffo-cerotto, col volto fiero dei segni del vivere,  è più che mai la ragazza intrepida cantata da Cindy Lauper:  “the one to walk in the sun”.



(settembre 2015)

Commenti

  1. un giorno potrò dire che t'ho scoperta per prima, almeno in rete

    e narcisissimo mi pavoneggerò di tale scoperta

    e te dirai "é vero, già 15 anni su filmscoop..."

    e se non lo dirai te mando la malavita

    rece come al solito incredibile. Sono contento che pur parlando di cose diverse abbiamo letto la figura di lui in modo quasi identico

    pff, che cazzo devo dì?
    niente

    ah sì, custom, non costum

    ce l'ho fatta a trovare un difetto, una forchetta che sbatte nei denti

    anomachiara

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    1. Stavo aspettando che ti facevi avanti prima te Giuse... se no sembro scemo io... ma si può leggere "entusiasmi caduchi" e "adulazione effimera ed ebbra" senza avere horror vacui e paura di rimanerne trafitti. Quasi come Pasternak ho trovato le righe con il sangue che uccidono, mi affluiranno alla gola e mi uccideranno.

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    2. Cominciate a preoccuparmi :)
      Che dire, ricorro alla simbologia : <3

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  2. "l'epifania corrusca dell'alba" ...
    ammutolisco - respiro - uau!!!

    (meraviglia!)

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    1. Un complimento che viene da te cara Elena mi riempie di contentezza. Passo spesso a trovarti, come fossi una pausa caffè. Ciao ;)

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  3. Un discorso sulla superficialità delle emozioni, delle relazioni con l'altro da sè, con il mondo. Quel che so è che spesso sento "certificare radice una fluorescenza in superficie"

    Cosa ne pensi (ne pensate) del primo amore di Micheal? Era "un'altra Lisa"? L'amore di Micheal è un amore immaturo che non regge al confronto con l'altro/l'implacabile alba di cui dici?

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  4. Ben ritrovato Emmeggì :)

    Penso che Lisa sia una di quelle creature la cui fragilità alletta ma genera invidia. Lo stesso termine, "fragilità", ci dà l'idea di qualcosa che può cadere a pezzi da un momento all'altro. Ma nella cultura orientale fragilità è sinonimo di flessibilità, di freschezza, di giovinezza: di vita. Lisa è quanto di più vitale Michael abbia incontrato da anni. Se ne innamora. Ma passa la notte, passa l'euforia, e al mattino lui si riscopre per quello che è: forte, rigido, petroso, "morto". E cosa fanno i morti viventi, da che li consociamo? Cercano di mangiare i vivi. Michael tenta di "distruggere" Lisa. Lisa, per tutta risposta (con quella lettera), quasi lo accarezza. E' un gesto di dolcezza sconcertane, una sciabolata tenue che tramortisce.

    Spero d'averti risposto :)

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    1. Ciao cara Scura
      Grazie per le tue parole che ben trasmettono. Mi riferivo anche alla vecchia fiamma di Micheal, mi pare si chiamasse Bella. Quella che ti sembra un trans se ancora non sai nulla. Leggevo in giro della sindrome di fregoli. Tu?

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    2. Infatti non ero sicura di aver interpretato bene il tuo primo quesito, scusami :)
      Penso che sì, Bella può essere stata per Michael "un'altra Lisa".
      Trovo però importante che nel finale, quando siamo ormai fuori dalla mente di Michael, la voce di Lisa torni ad essere quella femminile e bella. Viene abbandonata quella sovrapposizione fra Michael e Kaufman suggerita da Giuseppe. Credo che Kaufman ci volesse lasciare con la convinzione che Lisa sia davvero Anomalisa, unica insomma. Non so se mi sono spiegata, spero di sì.
      Il film l'ho visto a settembre 2015, quindi i ricordi sono un po' diluiti, ma ricordo d'aver letto della sindrome di Fregoli, che è poi il nome dell'hotel dove alloggia Michael, giusto? Un dettaglio molto raffinato indubbiamente ;)

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    3. Sì, Lisa è davvero Anomalisa. Come del resto è probabile che ci siano altre persone non totalmente appiattite nella vita di Micheal. Interessante comunque nel film la sovrapposizione tra soggetto e oggetto, io / super io. Nella prima parte, a cominciare dalle voci dell'aereo, dell'aeroporto, dalle parole del taxista riprese dalle pubblicià, ecc ecc, ero portato a pensare che il punto del film fosse il conformismo, pur nella sua versione gentile e vagamente chic, un po' come in The Bothersome Man, non so se hai visto, o in certa letteratura. Poi, invece, tutto si sfoca, (forse) è il soggetto ad avere una visuale distorta e omologante. Più che Lynch, come diceva Giuseppe da lui, a me veniva in mente Dick, mentre il film procedeva.

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  5. Capisco cosa intendi, per quanto non abbia mai letto Dick né visto The Bothersome Man (me lo consigli?). Penso ci siano entrambi, sia la "visione distorta e omologante" del soggetto, sia il conformismo dell'oggetto. Ma il peso del film per mia impressione pende di più sulle tare del soggetto.

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    1. The Bothersome Man è uno dei gioiellini che ho consigliato a fine anno ed MG è uno dei pochissimi che se l'è andato a cercare e ha avuto voglia di vederlo.
      E' molto interessante...
      Come interessantissima è stata la vostra discussione. Ora alle 3 de notte non mi sento di intervenire con lucidità.
      Però, ecco, scoprii solo post film la sindrome di Cotard in SNY. E ora solo post film scopro grazie a voi quella di Fregoli qua.
      E come per la sindrome di Cotard, anche qua è incredibile come questa possa essere importante per leggere il film, come ne possa essere la metafora.

      Tra le altre cose
      "In questa sindrome, il malato ritiene di essere ricorrentemente perseguitato da un individuo, che lo affianca sostituendosi ad altre persone[2][3]. L'individuo persecutore è sempre lo stesso soggetto "

      che meraviglia

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    2. Bene lo cerco subito, The Bothersome Man.

      Giuseppe, ma io piuttosto scopro solo adesso della sindrome di Cotard. Ne avevi parlato in rece ai tempi? Se sì avevo completamente rimosso.

      Beh, fantastico. Grazie :)

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    3. No no, la scoprii mesi e mesi dopo...
      Tra l'altro quella rece la scrissi che ancora scorrevano i titoli di coda. Ed era la prima visione di SNY, un'impresa...

      che belle cose queste. Se mai ci sarà un terzo film suo caccia alla sindrome...

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    4. Già prima ho cercato se per caso ci fosse qualche sindrome nascosta nel da lui sceneggiato Eternal sunshine... ma niente. Al prossimo (speriamo ce ne sarà) vedremo ;)

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    5. Eh, ma se andiamo sulle sceneggiature ce ne sono altre... e tutte notevoli ;)

      ma le conosci da sola

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    6. Ho visto d'altro solo Essere John Malcovich, che però sai, non mi piacque molto. Mi manca invece Il ladro di Orchidee. Prima o poi recupero ;)

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    7. Non hai citato uno dei film del mio cuore (per tanti motivi), confessioni di una mente pericolosa ;)

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    8. Ah vedi, non sapevo proprio fosse stato scritto da lui, anche questo manca allora ;) insieme all'altro di Gondry, Human nature, che pure noto ora da wikipedia. Non si finisce mai di scoprire per fortuna

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