Il profeta - Jacques Audiard (2009)
Commemorazione assillante dello
squarcio definitivo, più che proiezione spettrale della colpa, il detenuto
sgozzato interpreta il bacio aberrante della fortuna, il demone custode, la
sensibilità profetica.
Narratore ossessionato dai cinque
sensi, Audiard accoglie tra le pieghe della sua storia anche il sesto. Lo
definisce come una forma di rara percettività umana, piuttosto che come un
eccezionale potere sovrannaturale.
"Un profeta" sarebbe la
traduzione pignola del titolo originale. Non "il", bensì
"un", uno qualsiasi fra coloro che per salvarsi hanno imparato a
leggere. I segni, i sintomi, gli indizi fortuiti. Perché vivere è il duellare confuso
tra la volontà e le coincidenze, tra le macchinazioni della mente e i
sincronismi del caso, fra il dentro e il fuori di sé. Dunque, nel film, fra l'
al di qua e l' al di là del carcere, microcosmo in cui risuona più violento il
precipitare delle intenzioni.
(agosto 2013)
(agosto 2013)
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